Ridurre le potenze utilizzate dagli StandBy e’ un problema importante, specialmente alla luce delle normative vigenti e quando il prodotto, magari, ha qualche anno. Gi StandBy hanno due impatti: il primo e’ noto, e rappresenta la potenza consumata da dispositivi ‘non usati’. Ma c’e’ un secondo impatto, piu’ subdolo, che impatta sulla rete: i dispositivi alimentati a trasformatore hanno di solito l’implementazione della sospensione del carico a valle del trasformatore, In questo caso questi rappresentano per la rete un carico induttivo comportando uno sfasamento tra corrente e tensione che pur non consumando potenza richiede alla rete di ‘fornire’ la corrente necessaria, con le relative perdite per effetto Joule.

In questo caso, spesso, intervenire significa rifare di fatto il prodotto, con tutti i costi ed i problemi conseguenti.

Tempo fa’ ci e’ stato chiesto di intervenire su un prodotto di questo tipo, con stringenti problematiche di budget in produzione e spazi pre-definiti dallo chassis costruttivo di qualche cmq… certo non una cosa simpaticissima…

La soluzione ovviamente consisteva nel mettere un dispositivo esterno, e poiche’ nel nostro DNA ci sono i microcontrollori, nacque l’oggettino che abbiamo affettuosamente battezzato ‘volpino’.

Volpino, forte del suo ATtiny (un piccolo micro della Atmel/Microchip), viene inserito in produzione sul cablaggio di alimentazione. E’ dotato di un dispositivo per la rilevazione dello ‘zero-crossing’ e per la misura della corrente che attraversa il cavo. Grazie ad alcune alchimie matematiche, misura la potenza reale del carico e quando questa scende sotto un dato valore di soglia interviene staccando lo stesso. Non solo, ma avendo anche un sensore infrarosso rileva il comando di accensione dal telecomando del carico, ricollegandolo alla rete elettrica ed accendendolo, in modo totalmente trasparente all’utente finale.

Ed infine la ciliegina per il nostro cliente: in produzione, costo sotto i 3 Euro…